Il Sudafrica ha una nuova federazione sindacale.  Può rompere lo stampo?

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Dec 01, 2023

Il Sudafrica ha una nuova federazione sindacale. Può rompere lo stampo?

The newly launched trade union grouping in South Africa – the South African

Il nuovo gruppo sindacale lanciato in Sud Africa – la Federazione sudafricana dei sindacati (Saftu) – promette di dare voce al numero crescente di lavoratori non organizzati ed emarginati nel paese. Ma, come ha avvertito i delegati il ​​segretario della South African Informal Traders Alliance,

Non spezzare i nostri cuori con false promesse.

Storicamente, i sindacati in Sud Africa hanno svolto un ruolo significativo nel plasmare il panorama politico, soprattutto durante la lotta contro l’apartheid. Ma l’influenza del movimento sindacale a livello globale è diminuita poiché la crescente informalizzazione del lavoro ha eroso il suo potere e i sindacati sono visti come protettori degli interessi particolari di coloro che hanno un impiego regolare.

Con un numero crescente di persone al di fuori della rete dell’occupazione formale, i sindacati hanno avuto difficoltà a definire il loro ruolo. Eppure i diritti conquistati dai lavoratori sudafricani nella lotta per la democrazia continuano a conferire loro un grado di influenza insuperato nell’Africa postcoloniale.

La nuova federazione è stata concepita più di due anni fa in seguito all'espulsione del Sindacato Nazionale dei Metalmeccanici del Sud Africa dalla federazione sindacale, il Congresso dei Sindacati Sudafricani (Cosatu). L'espulsione ha significato un crescente riallineamento politico nel paese dato che Cosatu è alleato con l'ANC. All'espulsione del sindacato è seguita quella del segretario generale del Cosatu, Zwelinzima Vavi.

Quindi quale differenza potrà apportare la nuova federazione alla vita dei lavoratori in Sud Africa, così come al gran numero di disoccupati e di coloro che lavorano nell’economia informale?

Significativamente, la nuova federazione non è il risultato di un’ondata di militanza operaia. Si tratta invece di una risposta all'incapacità percepita dei sindacati esistenti di fornire una voce e un servizio adeguati ai propri iscritti. La nuova federazione è infatti il ​​prodotto della crisi che affrontano i sindacati tradizionali in tutto il mondo.

Un punto di forza della federazione sarà la sua capacità di combinare le esperienze dei leader sindacali di lunga data con una nuova generazione di sindacalisti disillusi dal partito al governo e dai suoi due partner dell’alleanza: Cosatu e il Partito comunista sudafricano.

Con quasi 700.000 membri, è la seconda federazione più grande del Sudafrica dopo Cosatu. Ma le sfide che si presentano nel tentativo di “superare il divario” tra i lavoratori organizzati e il crescente precariato – quelli che svolgono lavori occasionali, esternalizzati e informali – richiederanno una leadership strategica disposta a uscire dalla zona di comfort del sindacalismo tradizionale, reclutare collegi elettorali sconosciuti e sperimentare con nuove modalità di organizzazione.

Le sfide della nuova federazione La prima sfida sarà quella di rompere con le pratiche burocratiche che hanno visto molti leader sindacali allontanarsi gradualmente dai propri iscritti. Se si vogliono sfidare le pratiche del “sindacalismo aziendale” – in cui i sindacati rispecchiano i valori e le pratiche delle imprese – è necessario rivisitare due grandi questioni. Si tratta delle società di investimento sindacali e del divario tra gli stipendi di alcuni leader sindacali e quelli dei loro iscritti.

La nuova federazione potrebbe lasciare il segno all’interno del movimento operaio prendendo sul serio le questioni relative allo stile di vita e, in particolare, il divario salariale all’interno delle sue stesse fila.

La seconda sfida riguarda la diversità politica. Ciò che colpì al momento del lancio fu l’ampia gamma di opinioni politiche e ideologiche. Un esempio è stato il vivace dibattito sul rapporto tra panafricanismo e marxismo-leninismo.

Ma c’era consenso sul fatto che non dovesse esserci alcuna affiliazione politica ai partiti. Saftu, si è concordato, dovrebbe essere politicamente indipendente. La sfida sarà che la nuova federazione diventi un vero e proprio forum di dibattito politico, rispettando i diversi punti di vista e consentendo anche l’istituzionalizzazione di diverse fazioni ideologiche.

La sfida più difficile nasce dal passaggio dai sindacati industriali ai sindacati generalisti. L’Unione nazionale dei metalmeccanici del Sud Africa ha aperto la strada quando ha esteso il suo campo d’azione per includere una varietà di attività economiche oltre ai metalmeccanici. Tra questi figurano, ad esempio, gli addetti alle pulizie delle università e gli autisti degli autobus. Inoltre, molti degli affiliati Saftu sono sindacati generalisti.